non possiamo piu' permetterci
2 parlamenti, 107 province,
22 regioni e 8000 comuni

avere uno stato cosi' lento mentre tutto va piu' veloce

Il sistema attuale e' difeso da integralisti e opportunisti di comodo
(about the italian referendum on the constitution changes)


Un articolo interessante

Pubblicato su Metro di giovedi' 1 dicembre

Domenica prossima, 4 dicembre, andremo a votare

Domenica prossima dalle 7:00 alle 23:00 potremo andare a votare per avallare o rifiutare le modifiche costituzionali approvate ad aprile. Il parlamento ha approvato con meno del 66% dei voti tali modifiche e quindi - secondo la costituzione - andremo a votare per dire la nostra. Come stabilito dalla costituzione, non c'e' quorum, quindi non andare a votare sara' come votare per la maggioranza, qualsiasi essa sia. Ma dobbiamo essere informati per sapere a cosa diremo si o no, cercando di separare il giudizio che abbiamo su Renzi & Co da quanto propostoci.

Importante e' rendersi conto che questo NON e' un referendum su Renzi, la Boschi o il suo superpadre-superbanchiere, ma per semplificare le cose. A me Renzi non sta eccessivamente simpatico, anche se gli si deve dare atto che qualcosa sta cambiando. In occasione di questo referendum abbiamo probabilmente toccato il fondo a livello di comunicazione. Mentre c'era gente che affogava o stava sotto le tende al freddo, l'informazione ci raccontava solo cosa aveva detto questo o come votera' quello.

Non penso che la scheda sara' questa, prima di tutto perche' utilizza un carattere troppo moderno (detto in gergo bastone, perche' dritto, essenziale) ed e' troppo per una pubblica amministrazione ingessata e legata alle ben piu' rassicuranti e solide grazie (le svasature in basso) del times. Inoltre in lingua italiana il Si non va accentato quando e' una affermazione (come in questo caso). Io l'ho tolto, ma tutti i media ce l'hanno lasciato. E' piu' probabile che sara' come questa del referendum sulle trivelle dell'anno scorso (cui Renzi disse di non partecipare ma cui io ho votato - inutilmente - si)

Per saperne di piu'

E' importante accedere ad informazioni di prima mano, infatti tra il tanto blaterare, fino a poco tempo fa non ero riuscito a trovare degli articoli esaustivi.
Il problema e' la separazione delle opinioni dai fatti.

Per cominciare si puo' leggere l'organico articolo su Wikipedia, che non ho letto per intero ma attraverso la cui ricca bibliografia, ho raggiunto, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, il testo della riforma su cui e' richesto il nostro parere, e, dal sito della Camera dei Deputati ma elaborato dalla Gazzetta Ufficiale, il testo a fronte tra la costituzione vigente e le modifiche introdotte (in pdf).


Una porzione del testo pubblicato in pdf dalla gazzetta ufficiale

Puo' far comodo avere tra le mani il testo integrale della attuale costituzione documento datato 2012, dal sito del Senato (sempre in pdf).
I documenti in pdf possono essere salvati localmente ed acceduti localmente in modo da poter effettuare la ricerca testuale.

A parte l'articolo di wikipedia, la ufficialita' delle altre fonti non permette alcun dubbio sulla fedelta' degli altri documenti.

dibattito del 30 settembre tra Zagrebelsky e Renzi, quest'ultimo e' l'unica nota stonata: sembra l'unico che possa parlare della modifica costituzionale.

Tutto cambia-va affinche' nulla mutasse

Profondamente convinti della saggezza di quanto diceva il principe di Salina nel Gattopardo, in molti temevamo che mai i parlamentari avrebbero accettato di ridurre il proprio numero o i propri emolumenti fino - addirittura - ad eliminare un ramo del parlamento. Dopo anni di chiacchere, in molti eravamo convinti che qualsiasi cosa sarebbe stata approvata, qualsiasi accordo fosse stato stipulato in modo esplicito o sottobanco, alla fine, per una qualsiasi ragione, non sarebbe cambiato mai nulla.

E invece - incredibile - i due rami del parlamento il loro pseudo-suicidio l'hanno cominciato, ma ora, se non loro direttamente, un insieme di movimenti, partiti e partitucoli, un gruppo non indifferente di giornalisti superficiali e disinformanti quanto basta, molti conservatori rivoluzionari di sinistra (sic!), stanno veicolando alle nostre orecchie il messaggio aiuto, attaccano la costituzione, nel timore che qualcosa cambi.

Beh, con l'incipit di di questa pagina non penso che ci siano molti dubbi su cosa penso sia giusto fare.
Ma attenzione: a me Renzi non sta eccessivamente simpatico, il suo decisionismo, il fatto che i media lo associno personalmente a tutto cio' che si fa nel nostro paese (tipo: Mussolini ha bonificato le paludi pontine, mentre sappiamo bene che e' stato un lavoro ciclopico portato avanti da centinaia di migliaia di affamati), la sua vicinanza a molti comportamenti che in passato contraddistinguevano Berlusca, non me lo rendono tanto simpatico.
Ma si deve ammettere che per fare le cose, le cose vanno fatte. Ed il governo di Renzie qualcosa la sta facendo.
E' evidente, come dice un proverbio siciliano: chi mangia fa molliche. Se non fosse stato fatto niente probabilmente non ci sarebbero stati scontenti. Spesso qualcosa e' peggio del niente, ma non dobbiamo, non possiamo, temere di provare a migliorare le cose. Ci vuole un po' di empatia, che a Monti, alla Fornero e a Letta sono mancati. Ammetto che gli apparenti successi del job act sono il risultato di una congiuntura economica positiva. Ma speriamo che la cosa duri malgrado la brexit e la nuova (eterna) crisi delle banche.
Perche' all'orizzonte ci sono dei problemi molto grossi. I venti di guerra, la crisi che non termina, milioni di affamati che bussano alle porte d'Europa (perche' noi siamo ricchi), il fatto che non si riesce a trovare lavoro.
Renzie inciucia con i post-democristiani, ex-berluschini, intrallazzoni ed affini di Verdini e complici, ma in questo modo di fare ci si potrebbe anche riconoscere del leninismo: prendi il potere, in qualche modo, poi si vedra'.

Con la filosofia del not in my backyard (non nel mio cortile), ogni cambiamento non piace se attacca in qualche modo le nostre proprieta' o i diritti acquisiti. La scuola per quarant'anni e' stata oggetto di riforme e distruzioni, che non hanno portato mai a nulla. Nulla di organico, intendo.
Non poteva continuare cosi', ma molti si sono incazzati perche' qualcuno ha toccato lo status-quo fatto di pezze su pezze, spesso peggiori dei buchi che andavano ad attappare.
C'e' stata molta piu' gente in piazza questa volta contro la buona scuola (geniale denominazione degna delle migliori campagne di marketing) che quando la Gelmini distrusse l'insegnamento della storia e della geografia o quando Berlinguer introdusse quella stupidaggne delle 3x2, le lauree brevi.

Non ho mai votato per Renzi. Alle ultime elezioni comunali ho votato fin dalla prima tornata per Virginia Raggi (che tutti ora stanno cercando di affossare), malgrado la Casaleggio SpA non mi piaccia affatto. Al tempo delle primarie del PD (cui non ho mai partecipato), mi ricordo che manifestavo senza mezzi termini che Renzi non mi piaceva.
Tutti in questo paese dicono che la macchina dello stato deve essere alleggerita: da almeno trent'anni se ne parla. Alla fine della prima repubblica non e' cambiato nulla, usciti dal baratro in cui ci avevano gettato Craxi e complici, con il salvataggio della nostra economia operato da Ciampi & Co. D'Alema si fece prendere per il culo da Berlusca con la sua bicamerale.

Dopo il baffetto nazionale, il baratro degli anni di Berlusca e complici che ha quasi distrutto il bel paese. Il parlamento attuale, prodotto della fase decadente del Berlusconismo rampante, e' pieno di trasformisti, di politici che sarebbe meglio perdere senza rimpianti. Le regioni, le province ed i comuni non stanno tanto meglio.

Questo popolo costituisce le diverse reti capillari di mala-amministrazione pubblica. Quasi 8000 comuni, 107 province, 22 regioni, tutte entita' con parlamentini, e conseguente (potenziali) magheggi e corruzione.
Questo senza contare le comunita' montane e tutte quelle associazioni che come minimo svolgono la loro attivita' in forma di lobbying.

Questo stuolo di politici (circa 1 milione di persone) irregimentati in truppe piu' o meno regolari ad ogni evenienza sono al piu' in grado di essere ir-responsabili di qualsiasi avvenimento accada sul territorio: da una frana all'acqua persa ma non distribuita (ma fatturata), alla nettezza urbana ed all'associato lucroso mercato dello smaltimento dei rifiuti (il riciclaggio da noi sembra far male).

Perche' noi italiani siamo un popolo di creativi

Beh, eliminare le province (almeno nominalmente perche' la loro mala-amministrazione sara' trasferita ma non distrutta), potrebbe essere un primo passo.


Roberto Benigni intervistato da "le iene" (di cui sono tutto fuorche' un fan) sul referendum costituzionale:
i primi 12 articoli, i principi fondamentali, non si toccano, per carita'! e
che vinca il si o il no, rimane sempre la piu' bella del mondo/p>

dis-informazione

Tra le tante cose che si dicono della riforma costituzionale su cui saremo chiamati ad esprimerci il 4 dicembre, ci sono le seguenti fole:
- con la legge elettorale approvata nel 2015 (che non e' oggetto di referendum) non c'e' piu' democrazia ma governano solo i partiti che scelgono tutti gli eletti, non ci sono piu' le preferenze,
- ora non e' piu' il parlamento che dichiara lo stato di guerra ma il presidente del consiglio,
- per presentare la richiesta di referendum abrogativo ora servono 800 mila firme.

Anzitutto l'italicum non e' oggetto di referendum. Se dai una letta alla legge, potrai acquisire informazioni di prima mano.
Tutti i candidati sono nominati dai partiti, come e' sempre stato (a questo potrebbero ovviare le primarie). Noi votanti potremo esprimere delle preferenze per tutti i candidati diversi dal capolista (ma una per un uomo una per una donna). Il premio di maggioranza e' dato alla lista. Al-fano vorrebbe estenderlo alla alleanza, perche' sa che le sue DC non saranno mai piu' il primo partito (speriamo).

Per il resto, se vai a cercare sui riferimenti indicati nel paragrafo precedente, in particolare sui due testi a fronte. Per effettuare le ricerche ti conviene scaricare il pdf.

I poteri del parlamento sono inalterati, anche per lo stato di guerra. Per nostra fortuna la nostra costituzione afferma che l'Italia ripudia la guerra... Vengono regolati i conflitti di competenza tra regioni e parlamento nazionale.

Per i referendum abrogativi servono sempre 500 mila firme (o cinque regioni), esattamente come ora. Se si sono raccolte 800 mila firme non serve la maggioranza assoluta degli aventi diritto, ma la maggioranza dei votanti alle ultime elezioni (oggigiorno vota meno del 50% degli aventi diritto). Quello che cambia e' il numero di firme per presentare delle leggi di iniziativa popolare, elevate da 50 mila a 150 mila. Ma in passato le leggi di iniziativa popolare sono state spesso trascurate e sono decadute al termine delle legislature.

E' vero, i consigli regionali si sono dimostrati sede del peggior malaffare del paese. Il fatto che il senato sia composto da membri dei consigli regionali o sindaci dei comuni piu' grandi (cui spetterebbe l'immunita'), non depone a favore della pulizia, ma il nuovo senato conta poco, e nessuno impedisce in un prossimo futuro di dare una sfoltita anche alle regioni (eliminandone almeno una quindicina...)

La legge elettorale e' una legge qualsiasi

La legge elettorale non fa parte della modifica costituzionale, e non e' oggetto di referendum. E' una legge a parte che puo' si puo' cambiare, decadere, e - come e' accaduto negli ultimi anni - abrogare perche' incostituzionale.
Se ti vuoi documentare, puoi dare una occhiata direttamente alla legge 6 maggio 2015, n. 52.

Dopo che la Corte Costituzionale ha eliminato nel 2013/14 il porcellum di Calderoli e complici, sarebbe tornato in vigore il mattarellum (dal nome dell'attuale Presidente della Repubblica che ne fu il presentatore, nel 1993), una maggioritaria corretta.
Il parto dell'italicum nel 2015 aumenta la confusione. Come tutte le cose nate da accordi extra-parlamentari (in questo caso il patto del Nazareno, tra PD e forza italia) e' una pezza peggiore del buco. Ricordiamoci che ogni volta che c'e' una forte avversione contro qualche legge dello stato e' sicuramente perche' qualche gruppo di potere vede in pericolo qualche suo vantaggio.
L'Italicum e' relativo alla elezione della camera dei deputati, e se la riforma costituzionale non passasse, ci si troverebbe a votare per il senato con cio' che rimane tra legge Mattarella e Calderoli decimata dalla Corte Costituzionale (questo mostro e' detto consultellum).

Per sapere cosa e' il consultellum, il sistema elettorale con cui andremmo ad eleggere il senato se cadesse la riforma costituzionale (se vincessero i NO, per intenderci), sul sito di lettera 43, ho trovato questa spiegazione:

Il Consultellum � un sistema elettorale di tipo proporzionale, le cui soglie di sbarramento sono pari al 2% per cento per i partiti coalizzati e del 4% per cento per quelli non coalizzati. E� un sistema entrato in vigore in seguito alla sentenza delle Corte Costituzionale del Gennaio 2014: in quella data sono state ritenute e dichiarate incostituzionali sia il premio di maggioranza che le lunghe liste bloccate senza preferenze.

Tali liste erano state approvate precedentemente con la Legge Calderoli. Dunque la Corte Costituzionale decise di apportare modifiche che lasciassero in vigore una legge elettorale proporzionale, priva del premio di maggioranza e avente la possibilit� di esprimere una sola preferenza. In sostanza Il Consultellum dunque cancellerebbe l�opzione del premio ottenuto con la maggioranza dalla coalizione pi� votata; ad essere mantenute sarebbero per� le soglie di accesso. Uno scenario di voto fattibile, che si verificherebbe come extrema ratio tramite il Consultellum, potrebbe essere quello relativo a Camera-Senato.

La base della tipologia di questo sistema prevede delle caratteristiche ponderate per consentire l�introduzione in Parlamento anche a micro-soggetti politici, permettendo una maggiore possibilit� di rappresentativit�. La caratteristica che lo differenzia maggiormente dall�Italicum � la seguente: anche con il raggiungimento del maggioritario a turno unico, un partito non potrebbe entrare in Parlamento. Per quanto riguarda i seggi alla Camera dei Deputati, questo sistema permetterebbe il loro raggiungimento a due fazioni, composte rispettivamente una da quattro e l�altra da tre schieramenti politici.

A differenza di quanto sbandierato dalla dis-informazione, quindi, se cadesse la legge costituzionale (se vincessero i NO) nascerebbe un bel casino, tanto da necessitare una nuova ulteriore legge elettorale perche' l'italicum non prevede la elezione del senato mentre il porcellum - depurato di quanto ritenuto incostituzionale - e' pressoche' impraticabile.

Ma che tipo di legge elettorale? Sono meglio le leggi proporzionali (numero di eletti proporzionali ai voti raccolti: ma su che territorio?, l'introduzione di resti locali e' gia' una alterazione), o una legge che da la maggioranza dei parlamentari alla lista maggioitaria.
Con una legge elettorale proporzionale, quando si e' in piu' di tre puo' riuscire complicato fare una maggioranza. Per questo sono state create tante varianti. In ben pochi paesi resistono leggi elettorali proporzionali strette. Israele e' un di questi, e sopravvive per ben altre ragioni.

Per ovviare alla ingovernabilita' sono state introdotte delle correzioni, che necessariamente allontanano dalla democrazia. In genere si danno premi di maggioranza alla lista o alla alleanza di liste che ottiene piu' voti.
Per chi vuole cominciare a farsi una cultura, si puo' dare una occhiata al Teorema di Arrow che � spesso espresso in termini non matematici con affermazioni come: nessun sistema di voto � equo, oppure qualunque sistema di voto pu� essere manipolato, ovvero il solo sistema di voto non manipolabile � la dittatura.

Non e' il nostro caso, anche se si e' visto che l'Italia fa parte di un sistema politico mondiale che se vuole influenza la politica degli stati membri, impedendo cambiamenti politici o facendo cadere governi nel momento in cui cominciano a combinarle grosse. La strategia della tensione, il sequestro Moro e le brigate rosse, la caduta di Berlusca sono alcuni casi che ci riguardano direttamente.

Morto un papa se ne fa un altro

Non confondiamo la figura Renzi con il referendum: Renzi sta percorrendo il suo cammino politico che - presto o tardi (inevitabilmente) - finira'.

Analogamente le leggi elettorali si fanno o si cambiano. La costituzione pure, ma e' una cosa piu' delicata, ed infatti e' previsto il meccanismo di garanzia della maggioranza qualificata per modificarla, ed in sua mancanza il referendum popolare.

C'e' la tendenza di associare Renzi all'esito del referendum: alcuni dicono cacciamo via Renzi, votiamo no al referendum. Il referendum non e' una manifestazione di democrazia, anche se uno dei suoi sinonimi parla di democrazia diretta.
Bastano pochi rincoglioniti nostalgici dell'impero per rubare l'Europa al futuro dei giovani inglesi, oppure il ricordo delle soffrenze subite in 50 anni di guerra per dire no alla pace tra FARC e governo Colombiano.


Palazzo braschi a roma nel 1930, in occasione di una delle diverse elezioni-farsa durante il fascismo.
Qui il volto stilizzato di Mussolini sfondava un pannello di Si.
Per fortuna l'identificazione Renzi=Si non e' (ancora) arrivata a tanto, anche se pero' diversi ci stanno provando
(non ultimo, Renzi stesso e larghe porzioni della minoranza del suo partito).
In questo caso il quesito era: Approvate voi la lista dei deputati designati dal Gran Consiglio Nazionale del Fascismo?

No, noi non siamo in questo stato, ma quel palazzo Braschi e' a Roma, e quel gigantesco poster e' stato visto (ed approvato) da migliaia di italiani. Quello che noi dobbiamo smettere di fare e' appecoronarci, seguire l'onda, o non andare a votare e poi attaccarci al carro del vincitore.
Che magari - come Berlusca - e' ricco, si sa fare gli affari suoi, ma incarna il peggio dell'homunculus italicus.
I padri costituenti erano preoccupati di questo e nella costituzione che si e' modificata (salvo nostro rifiuto il 4 dicembre prossimo) avevano ridondato ed appesantito gli strumenti di controllo nel timore che questo potesse accadere.
Ora i tempi sono cambiati: mentre tutto va piu' veloce, non possiamo permetterci uno stato bradipo.
Internet da sola non fa miracoli, come una margherita non fa primavera.
E' necessario modificare le strutture dello stato per approfittare di questi canali. Senza eccedere nell'ottimismo, pero'
Si deve dare atto infatti che nella storia d'italia ci e' andato tutto bene perche' gli avversari della repubblica (intesa come res-publica, gli affari nostri) erano imbecilli quanto basta.
Si pensi al golpe Sifar del 1964. Ha molto di simile (ma in senso opposto, purtroppo), a cio' che e' successo in Turchia.
Come non ci sono piu' le mezze stagioni, forse i militari (per nostra fortuna, ma per sfiga dei democratici turchi) non sono piu' gli stessi.

10 ottobre 2016, da continuare

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